Cigar Must nasce nel 2014 con la missione di unificare sotto lo stesso nome e fornire un identità ai quattro nostri importanti punti vendita, già esistenti sul territorio svizzero.
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Il Blog si prefigge lo scopo di diffondere la cultura per il fumo lento, senza alcuna induzione all'uso del tabacco.
L'intero contenuto è rivolto ad un pubblico maggiorenne.

7 agosto 2015

Intervista a Nicola di Nunzio


È un caldissimo pomeriggio torinese quello in cui incontro l'amico Nicola di Nunzio per una intervista sul Mondo che da oltre un decennio lo rapisce ed appassiona, quello del fumo lento. 


Alcune delle giare di proprietà di Nicola


Domanda: parlami di te, una breve presentazione iniziale su chi sei e come ti leghi al sigaro.
Risposta: attualmente faccio parte del Direttivo della Cigar Club Association come tesoriere, sono anche coordinatore della rivista “Sigari” e Responsabile del relativo Panel di degustazione, questo come Associazone Nazionale. Inoltre, sono tesoriere del “PuroMotivo Torino Cigar Club” e faccio parte del Panel internazionale della “Cigar Sense”, una società americana di degustazioni che fornisce servizi online.

D: parlami un po' di CCA e PuroMotivo.
R: da quando sono entrato nel Direttivo della CCA, nel 2011, ad oggi siamo giunti a 33 Club, riunendo i più grandi Cigar Club d'Italia. Pubblichiamo, inoltre, la Rivista SIGARI! e organizziamo i Corsi Catadores in Italia e all’estero, corsi per “Maestri conoscitori del sigaro”, ed i nostri associati hanno a disposizione molte convenzioni. Ad oggi, molti club hanno il proprio evento importante come Matelica con l' “Encuentro Amigos de Partagas en Italia”, il “Puromotivo” con la “Mole di Fumo”, Biella con la “Calenda Maia”, ma noi del “PuroMotivo”, oltre alla già menzionata “Mole di Fumo”, ogni mese organizziamo una degustazione destinata ai soci o eventi con abbinamenti vari.

D: sei fumatore solo di cubano o anche di altra tipologia?
R: all'inizio solo cubano e toscano, poi pian piano ho iniziato a provare i domenicani, i nicaraguensi ecc... Ora con il panel di “Cigar Sense” fumo prevalentemente extracuba, in quanto tutto il mercato americano, ovviamente, è extracubano.

D: tra cubani e non cubani quali pensi siano le differenze più eclatanti?
R: sarei curioso di vedere fra diversi anni, quale possa essere la differenza tra i due con un buon invecchiamento, cercando di capire se i sigari rollati in altri Paesi all’infuori di Cuba, riescono a migliorare o no.

D: tra cubano e non cubano, marche preferite?
R: tra i cubani Partagas, Bolivar e Ramon Allones, quindi sigari un po' “carichi”. Tra i non cubani gli Oliva, i Flor de Selva ed i Liga Maestro.

D: quale è stato il tuo primo sigaro?
R: è stato un Cohiba Siglo II.

D: hai dei buoni ricordi? Lo rifumeresti ancora?
R: assolutamente sì, come neofita è stata una bellissima esperienza.

D: sei appassionato di vintage vero? Raccontami un po' che cosa ti attira di questo mercato.
R: trovare moduli che non esistono più, anche in funzione della loro storia. Ho avuto la fortuna di fumare molti vintage, dagli anni '30 a salire, ed ho avuto belle e brutte sorprese. È come una bottiglia di vino, quando togli il tappo...

D: se dovessi dirmi tra i moduli provati, verso quale hai una preferenza assoluta?
R: ho un ricordo favoloso di un Dunhill Tubos degli anni '80, un profumo eccellente. Sono fermamente convinto che la conservazione in tubo amplifichi la qualità, anche se chiaramente i tabacchi di allora erano diversi. Ottimo anche il Davidoff Dom Perignon, una fumata molto elegante, e il Laguito no.1 di Davidoff, che contrariamente a quanto mi aspettavo ho trovato molto corposo. Molto buoni anche i Ramon Allones Corona e il Partagas Corona, entrambi risalenti al periodo Pre Castro, quest'ultimo fumato recentemente a Matelica.

D: perchè secondo te la conservazioni in tubo è superiore alla conservazione in box?
R: mah, dipende anche molto dai box. Una scatola verniciata, per me, conserva meglio di un normale SLB. Poi, chiaramente, dipende sempre da chi li conserva. Io applico la conservazione delle “4 stagioni”, tenendo l'umidità molto bassa in estate.

D: secondo te, se ti proponessi una fumata tra due sigari, uno recente e con 10 anni alle spalle, pensi che te ne accorgeresti se non ti venisse detto?
R: quello che cambia è il carattere del sigaro: nelle produzioni vecchie è la cosa che colpisce di più. In teoria credo che me ne accorgerei, anche se di sorprese in questo senso attualmente ne ho avute diverse.

D: che ne pensi del mercato attuale del sigaro?
R: si sta orientando su formati e cepi grandi o formati piccoli, senza più via di mezzo. Si va dal “Montecristo 80 Anniversario” agli “Half Corona”. Spero che un domani si torni ai vecchi moduli, come sta per altro facendo ora il mercato extracubano.

D: pensi che questo accada per un desiderio di differenziazione tra Cuba e Extracuba?
R: per me cambia proprio il mercato di riferimento. In America ad esempio, c'è a chi piace ostentare il sigaro: per questi soggetti è importante il sigaro grande adornato da ingenti anille.

D: quindi il trend del corto e largo che vediamo attualmente è sinonimo di una esigenza del fumatore contemporaneo?
R: soprattuto dipende dal tempo a disposizione. Ormai trovare il tempo per fumare un “Siglo VI”, un sigaro imponente, è raro. Si tendono a preferire sigari piccoli, che non richiedono molta attenzione.

D: secondo te, tra un cubano in una fascia di mercato medio-altra ed un cubano che invece ha un prezzo basso ci sono differenze reali o è una mera operazione di marketing?
R: il marketing è il padrone del mercato. Dal mio punto di vista il tabacco è sempre lo stesso. Molto lo fa il packaging e la richiesta del pubblico verso formati specifici e Case specifiche.

D: tu sei uno dei sostenitori del sapore di tabacco in quanto tabacco o della ricerca di una aromaticità molto ampia durante la fumata?
R: quando mi appresto ad accendere un sigaro, cerco di effettuare una separazione: se mi approccio ad una degustazione, mi concentro sul sigaro per cercare aromi, sapori, studiare il sigaro anche a crudo ecc... quando invece fumo tra amici la cosa importante è che mi appaghi, quindi non presto moltissima attenzione. Ci sono chiaramente due scuole di pensiero: quella cubana dice che il tabacco sa di tabacco, mentre la cultura europea sostiene che si possano trovare aromi, sapori... anche se dipende molto dal palato di chi fuma. Un palato allenato, non solo sui sigari ma anche sui cibi e distillati è, chiaramente, avvantaggiato.

D: tu che ti sei confrontato anche con il panorama americano, come si approcciano loro alla degustazione?
R: per cosa ho visto io il metodo è abbastanza uguale. Come in Italia, c'è chi apprezza e c'è chi fuma solo per ostentare l'oggetto. In America sono moltissimi i Cigar Club e i corsi specialistici, ma ancora non sono vicini agli standard europei.

D: un'ultima domanda. Tu hai una ritualità particolare quando ti avvicini alla fumata di un sigaro?
R: quando mi approccio ad una degustazione, l'importante è che sia da solo e che abbia tranquillità attorno a me. Come oggetti no, non ho rituali specifici e non devo essere stressato. La degustazione è un piacere, non qualcosa da fare per forza.

Colgo l’occasione per ringraziare te Mirko per l’opportunità concessami ed il caro amico Alain Proietto, persona fantastica e molto competente. Ovviamente saluto anche tutti i ragazzi di Cigar Must!

Nicola, a sx, ad una serata  organizzata alla "Casa del Habano di Lugano"


Nicola con Alain Proietto, titolare della "Casa del Habano di Lugano"


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