Intervista a Francesco Decorato, amico e tabaccaio venuto dalla Sicilia che ci racconta la sua vita fumosa, passo dopo passo, compreso l'ultimo gradino della sua formazione vissuto alla "Casa del Habano" di Lugano.
Francesco Decorato |
Domanda: parlami di
te, come ti chiami, da dove arrivi e che cosa fai.
Risposta: sono Francesco
Decorato, sono un tabaccaio siciliano, in provincia di Ragusa a
Vittoria dal 2005. Dal 2007, in seguito alla richiesta di un cliente,
abbiamo cominciato a trattare i sigari cubani. Prima di quel momento
trattavamo solo sigari toscani.
D: da dove nasce la
passione per il sigaro cubano?
R: la passione per il
sigaro cubano nasce, come dicevo, dalla richiesta specifica di un
cliente. All'epoca non conoscevo affatto questi pregiati manufatti,
ma ci siamo lanciati per soddisfare questa richiesta innanzi tutto
per finalità commerciali. Ho contattato prima il distributore e poi
ho fatto incontrare questo con il cliente stesso; nello stesso
periodo mi ero procurato un humidor per la conservazione. Tutto è
iniziato così.
D: tu sei fumatore di
toscano e sigaretta per poi passare al cubano?
R: fumo solo sigari,
prima di quel momento non fumavo nulla. Per vendere i sigari,
prodotto molto particolare, devi sapere cosa proponi. Essendo un
prodotto molto lussuoso devi saper soddisfare le esigenze dei
clienti.
D: quale è stato il
primo sigaro verso cui ti sei approcciato?
R: il primo ordine fatto a Diadema, la Società che distribuisce sigari in Italia, era composto da un box di Montecristo n.4, uno di Romeo y Julieta n.3 in tubos ed uno di Siglo III, sempre in tubo. La mia prima esperienza è stata con i puritos di Montecristo, passando dal Romeo y Julieta n.3 e quindi al Montecristo n.4, un sigaro che per me è una certezza quando voglio fare una bella fumata. Il Cohiba è stato l'ultimo che ho provato, anche per questioni di prezzo di acquisto che a quel tempo mi pareva esagerato.
R: il primo ordine fatto a Diadema, la Società che distribuisce sigari in Italia, era composto da un box di Montecristo n.4, uno di Romeo y Julieta n.3 in tubos ed uno di Siglo III, sempre in tubo. La mia prima esperienza è stata con i puritos di Montecristo, passando dal Romeo y Julieta n.3 e quindi al Montecristo n.4, un sigaro che per me è una certezza quando voglio fare una bella fumata. Il Cohiba è stato l'ultimo che ho provato, anche per questioni di prezzo di acquisto che a quel tempo mi pareva esagerato.
D: puoi dire ora che
il Montecristo n.4 si oggi il tuo sigaro preferito in assoluto?
R: considera che fumo 2-3
sigari a settimana, ad eccezione degli eventi o di situazioni
particolari. Quello è il sigaro che io scelgo quando voglio fare una
fumata che mi soddisfa senza prestare eccessiva attenzione. Ci sono
chiaramente altri grandi sigari, come i vintage: non ne ho fumati
moltissimi, ma li apprezzo molto. Ritengo che l'affinamento sia
essenziale per il sigaro.
D: come conservi i
sigari? Sia in tabaccheria che a livello privato.
R: non possiedo un
humidor privato, in quanto il mio humidor è quello della
tabaccheria, refrigerato ed umidificato. Li conserviamo solo sigari
cubani secondo gli standard internazioni di conservazione che propone
Habanos.
D: confrontandoti da
professionista con il mercato del sigari, quale ritieni sia
l'evoluzione del sigaro sul mercato italiano?
R: è un mercato su cui è
complesso muoversi, in quanto siamo molto tormentati dalle compagne
antifumo. Si è anche abbassato il target di età: oggi il sigaro
piace anche ad i più giovani. In generale credo che si sia sempre
più orientati alla ricerca della qualità, nell'ottica di diventare
grandi fumatori. Con grandi fumatori non intendo chi fuma molto, ma
chi ha sviluppato un bel palato.
D: come vedi la fumata
del sigaro sotto l'aspetto della degustazione? Hai un modo
particolare per degustare un sigaro?
R: il miglior modo per
degustare un sigaro è fumarne diversi. Ritengo che per conoscere un
sigaro se ne debbano fumare almeno 10 esemplari, fumati in diversi
contesti e periodi. A seconda del periodo in cui lo fumi il sigaro è
possibile che si trovi in una fase diversa. Non penso di avere un
grandissimo palato, tuttavia riesco a capire la qualità di un sigaro
quando lo assaggio.
D: sul panorama
siciliano i tuoi clienti cosa preferiscono in assoluto?
R: la scelta del sigaro è
molto soggettiva ed è influenzata molto dal tempo di fumata a
disposizione. Bisogna trovare un punto di equilibrio che non faccia
avere voglia di desiderare un altro sigaro appena conclusa la fumata.
Chiaramente il trend attuale è quello dei formati corti e larghi,
attualmente i maggiormente richiesti sul mercato.
D: oltre al cubano
spazi anche sul toscano?
R: certo, i toscani mi
piacciono, specialmente quelli fatti a mano. Tra i non fatti a mano
mi piace molto abbinare il Garibaldi con la birra, ma apprezzo molto
anche il Pastrengo, il 1492 e l'Antica Tradizione.
D: come lo fumi il
toscano?
R: intero, solo ed
esclusivamente intero. È una eccezione che lo fumi ammezzato.
D: hai preferenze
sulla lunghezza del taglio?
R: dipende dal tempo a
disposizione. Mi piace cominciare la fumata e finirla.
D: non lasci quindi
mai un sigaro per poi riprenderne la fumata?
R: no, anche se è
successo, ma non sposo questa scuola di pensiero. Preferisco, se non
ho tempo, non fumare.
D: hai un momento
particolare di preferenza quando fumi un sigaro?
R: apprezzo molto la
fumata dopo la colazione, quando se ne ha il tempo. Mi piace anche
molto fumare il sabato sera, quando rinuncio alla vita sociale con
gli amici, condividendo le mie fumata con mio padre e mio fratello.
Naturalmente è una buona occasione ogni volta che si è in compagnia
di amici, anche se sul lavoro preferisco fumare sigari di bassa
qualità: interrompere la fumata di un sigaro di grande pregio mi
disturberebbe.
D: hai un abbinamento
particolare che preferisci con i sigari?
R: come cibo mi piace
abbinarci le carni rosse, ma anche il vino rosso siciliano, questo
per lo specifico per i toscani. I cubani mi piace abbinarli alle
bollicine, che ritengono puliscano e sgrassino a dovere il palato
durante la fumata, resettandolo.
D: io ti incontro qui,
alla Casa del Habano di Lugano. Come mai sei capitato qui in
Svizzera?
R: tutto è nato da una
chat su Whatsup su cui militano appassionati di tutta italia e non
solo, tra cui anche Alain Proietto e Massimiliano Rocci. Da quel
momento è iniziato un bel rapporto con Alain, che ho re-incontrato a
Matelica 2015,
posto in cui ho concretizzato la mia amicizia con lui. Sono qui oggi
per un mio desiderio di migliorarmi, e per farlo è necessario andare
da chi ti ha preceduto come esperienza e competenza. Chiesi ad Alain
di poter affiancare Massimiliano per circa tre settimane e oggi, che
questa esperienza volge al termine posso dire siano stati giorni
molto interessanti e formativi, duranti i quali sono cresciuto
professionalmente.
D: ti chiedo, in
ultimo, di descrivermi con poche parole che cosa rappresenta per te
il Mondo del sigaro.
R: ritengo di essere una
persona fortunata perchè faccio un lavoro che mi piace. Quando vendo
sigari non penso al ricavo della vendita, ma penso a trasmettere come
io vendo il sigaro. Quando vendo una scatola di sigari voglio pensare
di aver ceduto una box contenente emozioni.
Francesco Decorato con in mano una scatola di El Rey del Mundo Infantes Esclusivo Cuba, insieme ad Alain Proietto e Massimiliano Rocci |
Francesco Decorato insieme a Vincenzo Gonnella |
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