Ecco l'intervista ad un caro amico e ad un grande appassionato e cultore dei sigari cubani, che ci ha spiegato quale è il suo personale modo di intepretare lo splendido mondo dei manufatti a base di tabacco.
Domanda: Chi è
Vincenzo Gonnella?
Risposta: sono nato
quarantaquattro anni fa a Salerno, dove ho vissuto sino ad i
trant'anni e dove ho concluso la mia formazione. Mi sono trasferito
nel 2000 qui a Lugano in seguito al matrimonio con una ticinese.
Prima facevo l'avvocato e insegnavo diritto commerciale, ora invece
lavoro in banca nel settore private banking. All'inizio trasferirmi è
stata dura, ma ora sono contento della scelta, qui si sta benissimo.
D: Sei ancora radicato
alla tradizione italiana?
R: si sono molto
radicato. Il mio mercato di riferimento è l'Italia, mi occupo di
grandi clienti italiani, cosa che mi permette di viaggiare spesso per
la Penisola.
D: da dove nasce la
tua grande passione per i sigari?
R: nasce per puro caso,
da ragazzo, quando avevo circa vent'anni. Non ho mai fumato
sigarette, cosa che non mi ha mai attratto. Mi dava e mi dà tutt'ora
fastidio. Il sigaro invece mi ha incuriosito e così ho provato. I
primi anni fumavo più che altro per gioco, poi piano piano mi sono
“evoluto” anche grazie a mia moglie. Questo perchè quando venivo
a trovarla da Salerno acquistavo i miei primi sigari a Chiasso,
intorno al 1994-1995. Il mio amore per i sigari è però esploso nel
1997 quando mia moglie mi regalò la mia prima vacanza a Cuba: da
quel momento non mi sono più fermato.
D: i sigari li
conservi o li consumi?
R: li consumo, non ho mai
conservato sigari. Inizialmente avevo un humidor a casa da 100 pezzi,
sino a quando in banca incontrai dei clienti che lavorano sulla
piazza di Cuba. Conoscendo la mia passione per gli avana iniziarono a
regalarmi scatole di sigari come Trinindad Fundadores o Cohiba di
tipologia diversa. Pian piano iniziai a sentire il bisogno di avere
sempre più spazio: i miei humidor aumentarono progressivamente sino
a giungere, ad ora, a sette umidificatori posizionati in varie
stanze, oltre a diverse giare. La conservazione in giara non la adoro
particolarmente: non è troppo controllabile e quindi le uso
raramente per il mantenimento dei sigari.
Cosa diversa è la
cantina: li stipo i sigari che vorrei fare invecchiare: vorrei,
perchè i sigari li fumo, e ho solo qualche scatola ancora sigillata.
D: quale è il tuo
standard di fumata?
R: ragiono secondo il
binomio di astinenza-overdose: nel fine settimana è overdose perchè
subito dopo colazione accendo il primo sigaro guardando il lago. Il
palato alla mattina è pulito e quindi quello è forse il sigaro che
apprezzo di più. Tendenzialmente resisto abbastanza senza fumare sia
quando lavoro molto che quando sto con la famiglia. Posso stare anche
diversi giorni senza fumare, per giungere al momento di overdose
relativo ad i weekend,
agli incontri fumosi in giro per il Mondo, e alle mie permanenze a Cuba.
D: quali formati
preferisci?
R: i sigari piccoli non
mi aggradano molto. Li finisco in fretta e mi viene subito voglia di
accenderne un altro. Preferisco formati un po' più grandi.
D: mi parlavi di Cuba:
cosa trovi di estremamente caratteristico?
R: l'atmosfera. Fumare a
Cuba è la cosa più bella che ci possa essere. Nessuno ti guarda con
disgusto per avere un sigaro tra le mani, li è spontaneo e naturale,
all'insegna del “compartir” come dicono i cubani. Il mio rapporto
con Cuba è di grande amore.
D: secondo te il
sigaro è un elemento di status o piacere?
R: per me è proprio un
piacere assoluto. Per molti è anche status, ma per la maggior parte
delle persone che conosco e frequento è proprio piacere. Per fortuna
fumare non è un vizio, ma solo una grande passione.
D: fumi solo Cubano?
R: è rarissimo che fumi
altro. Tempo fa ho fumato anche altre tipologie. Di recente ho
provato una produzione non cubana che, nonostante avesse una grande
qualità, non mi ha soddisfatto nonostante abbia provato a fumare i
sigari in diversi momenti della giornata. Se dovessi scegliere tra un
cubano, un nicaraguense ecc... dopo il sigaro cubano fumerei un
toscano.
D: quando fumi un
sigaro vai incontro a delle ritualità specifiche?
R: no, però posso dire
di avere delle “manie”. Quando esco la sera di solito porto 15-20
sigari: voglio avere la possibilità di scegliere sul momento, non
scelgo mai a priori. Spesso mi piace anche offrire. La mattina esco
con la 24h del lavoro e la sera con la borsa con i sigari.
D: anche come
accessoristica non hai particolari inclinazioni?
R: non sono appassionato
di accessori. Uso gli accendisigari di “Cigar Must”, sono
ricaricabili e mi ci trovo bene. Non ho bisogno di ostentare o di
farmi vedere. Conosco una persona che i sigari li taglia con le
unghie, eppure è un grande fumatore, con all'attivo 97 viaggi
all'Avana.
D: quale sigaro
apprezzi maggiormente?
R: dipende dal momento
della giornata. Ultimamente i Behike 56: mi riempiono e soddisfano,
hanno una marcia in più rispetto agli altri.
D: apprezzi anche i
sigari rollati sul momento?
R: sì, anche se quando
sei all'Avana i sigari hanno un gusto diverso. Ho provato a
conservarli ma, fino ad adesso, non mi hanno soddisfatto. Sto
attualmente sperimentando un'altra tecnica, vedremo tra quattro o
cinque anni se manterranno gli aromi e non peggioreranno.
Se è buono ora perchè
dovrei conservare? Motivo per cui non sono un grande stipatore, come
dicevo prima.
D: il tuo rapporto con
l'hand made non si ferma solo ai sigari, vero?
R: ho la fortuna e
sfortuna di farmi fare tutto a mano. Da diversi anni mi faccio
produrre tutto dagli artigiani, dalla scarpa, alla camicia, alla
cravatta (che uso solo sfoderate), ai vestiti e anche le bretelle.
L'unica cosa che non faccio fare sono gli slip e le calze.
D: ti piace
l'abbinamento sigaro/alcolico/analcolico o sei un purista dell'acqua?
R: quando sono da solo
fumo con acqua per evitare che possa coprire i sapori. Sono convinto
che gli alcolici rovinino il palato, impedendo di cogliere le
sfumature che la fumata può offrire. Bere altro che non sia acqua è
bello tra amici, in compagnia. La degustazione la faccio da solo, e a
volte la si apprezza davvero tanto.
D: se dovessi
esprimersi con una frase cosa ti evoca la fumata di un sigaro?
R: è una esperienza
sublime, unica, appagante. Un piacere indescrivibile che un non
fumatore non potrebbe comprendere. È una bella serata, la fine di
una buona cena, l'inizio di una buona giornata: sono molto legato al
sigaro. Chi mi conosce mi immagina sempre con un sigaro in mano: se
sto fumando un sigaro è perchè sono felice e di buon umore.
Vincenzo insieme ad alcuni amici all'interno della Casa del Habano di Lugano |
Vincencenzo ad una serata di gala |
Alcuni degli humidor e delle giare personalizzate di Vincenzo |
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